La maledizione del Dio Nettuno

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Teenar
     
    .

    User deleted


    La maledizione del Dio Nettuno

    Nel mondo c’era ancora un posto remoto da scoprire.
    Un giorno il Tenente Mastro Giacomo Contenevo decise di partire per vedere e ammirare il mondo. Era una persona molto coraggiosa che non si tirava mai indietro e soprattutto molto furba e perspicace. Decise fare una ciurma e fisso la partenza alle 6.30 in punto .
    Dopo giorni di navigazione per raggiungere l’America vide una terra che volava. Subito decise, essendo molto coraggioso, di andare a vedere cosa si trovava in quell’isola sperduta.
    Appena iniziò ad avvicinarsi arrivò un’onda altissima e poi…
    Sentì una voce che gli disse: “Se approderai su quest’isola verrai maledetto e sulla tua strada troverai morte e distruzione la maledizione senza fine”.
    Ma il comandante non si fece intimorire e approdò sull’isola.
    La sua ciurma però, a quelle parole si spaventò, tranne uno il cui nome era Monatic Oromando. Cosi Mastro Giacomo, il Tenente, disse: “Chi ha il fegato di venire con me mi segua, ma ricordatevi una cosa, che chi verrà con me se morirà, morirà con onore”.
    Dopo aver ascoltato quelle parole, oltre a Monatic, decisero di andare anche due altri navigatori: Armando Pierluigi e Werinoc Monuschio, così partirono alla scoperta dell’isola.
    Appena giunti sull’isola si trovarono davanti a una tigre a tre teste e un cane molto alto con artigli lunghi più di 5 metri. Il comandante disse con estrema velocità, perché i due animali li stavano già puntando: “Io e Monatic andiamo contro la tigre, voi contro il cane”.
    Dopo ore di combattimento riuscirono ad annientarli definitivamente, e continuarono ad andare avanti.
    Andando avanti nel percorso trovarono mostri e ostacoli ancora più forti ,agili,e grossi degli animali precedenti.
    Però si trovarono davanti a un ciclope, che in confronto alle creature precedenti erano moscerini.
    Non sapendo cosa fare contro una creatura cosi potente decisero di attaccarlo normalmente. “PUM”, dal suo occhio uscì un raggio e Werinoc fu ucciso. A quel punto il comandante disse: ”Se schivate il raggio del ciclope lo possiamo battere” e dopo un combattimento senza pari il comandante , Monatic e Armando riuscirono a batterlo e proseguirono il viaggio.
    Poi dopo si sentì ancora quella voce paurosa che si era sentita all’inizio che disse: “Siete riusciti a battere il ciclope ma non riuscirete a scoprire il segreto di quest’isola”.
    Il comandante urlando fortissimo disse: “NOI CI RIUSCIREMO!”
    Dopo appena un passo si sentirono osservati, girarono la testa e videro un topo alto sei metri e nove centimetri, con due teste e artigli lunghi. Vedendo la sua imponenza il comandante pensò che forse la spada lo avrebbe potuto tagliare a metà ma ci voleva qualcuno che lo distraesse.
    Il comandante, molto velocemente, disse: “Distraetelo”. Dopo aver distratto il topo con molta fatica il comandante lo ferì e il topo non essendo più in grado di muoversi rimase li accasciato per terra.
    Pero c’era un problema, Armando si era ferito brutalmente perché il topo con i suoi artigli gli aveva fatto un taglio profondo.
    Però Armando non si tirò indietro e continuò ad andar avanti con loro.
    Il comandante dopo aver fatto i complimenti ad Armando disse: “Andiamo!”. Dopo ore e ore di camino il comandante pensò che era tutto troppo tranquillo, ma pensò anche, che forse era meglio così.
    Infatti, subito dopo il pensiero del comandante arrivò da dietro un drago con le zampe da granchio, una coda spinosa e un corpo cosi caldo che ci si potrebbe scaldare l’universo.
    Essendo Armando ferito e non sapendo come distruggere il drago, visto che era intoccabile, perché appena lo si tocca si muore per i suoi grandissimi poteri così tutti si misero a correre cercando di non farsi toccare dal drago.
    Però Armando essendo ferito e quindi non essendo in grado di correre velocemente fu toccato dal corpo del drago e morì bruciato.
    Allora Monatic disse al comandante: “Mentre corri cerca di individuare il suo punto debole e forse riusciremo a batterlo”.
    Allora Monatic dopo ore di corsa, senza fiato, vide un punto, il gomito destro era fasciato ma non si capiva bene, comunque pensò che forse era l’ultima speranza allora disse al comandante “Passami la spada” urlò a gran voce. Il comandante gliela passò velocemente e Monatic la lanciò verso il gomito. Appena la spada toccò e perforò il gomito il mostro cadde a terra.
    Dopo averlo ucciso, fieri di loro stessi, pensarono anche ad Armando e a Werinoc, due valorosi guerrieri che avevano perso la vita davanti ai loro occhi in combattimento.
    Però non si fecero scoraggiare e ripresero il viaggio alla scoperta dell’isola, senza dimenticarsi di riprendere la spada.
    Dopo ore e ore di cammino si trovarono davanti a un cancello enorme, che per aprirlo bisognava risolvere un enigma .
    Dopo ore e ore dietro all’enigma, Monatic disse: “Ho fame e visto che non ci sono per una volta mostri, credo che mangerò il mio unico panino. A quel punto il comandante si aggregò e mangiarono.
    Allora, dopo aver mangiato riuscirono a risolvere l’enigma e quindi ad aprire il portone, ma appena aperto si trovarono davanti a una creatura spaventosa. Aveva occhi sputa laser, la coda infuocata, due teste con denti affilati, due braccia di pietra e un corpo spinoso. Fu più facile sconfiggerlo perché il suo punto debole era molto in vista, la pancia.
    Comunque fu difficile da beccare perché il mostro era un continuo movimento, ma alla fine il comandante riuscì a centrare la pancia e il mostro morì.
    Dopo ripresero il viaggio, ma si dimenticarono la spada nel corpo di quella imponente creatura.
    Poi dopo ore di cammino videro una ragazza stupenda sollevata da terra e dormiente rinchiusa in una bara di vetro messa in verticale di colore giallo lucente.
    La ragazza era stupenda, capelli biondi, occhi azzurri, gambe lunghe e un bel fisico.
    A quella vista Monatic si innamorò subito, ma il comandante era soltanto meravigliato di quella bellezza sublime.
    Allora Monatic andò verso di lei con uno scatto, ma ad un certo punto gli piombo davanti una creatura composta d’acqua, era molto alto, era Nettuno.
    Allora Monatic gli tirò un pugno, ma Nettuno essendo fatto d’acqua non poteva essere distrutto.
    Monatic molto spaventato però pieno di coraggio, anche perchè voleva salvare la fanciulla, non si tiro indietro, come del resto il comandante.
    Subito Nettuno gli lanciò addosso un cubo enorme di ghiaccio e Monatic lo scansò ma fu costretto a indietreggiare.
    Allora Monatic disse sottovoce “Ho un piano, anche se non sono sicuro che funzioni ci voglio almeno provare”.
    Così disse: ”Ci arrendiamo e promettiamo di non dire niente a nessuno di quest’isola, ma ti scongiuriamo di lasciarci tornare alla nave”.
    Nettuno ci pensò un po’ e alla fine accettò dicendo: ”Andate pure, ma se vi ritroverò davanti a questa bara vi ucciderò .
    A quelle parole Monatic e il comandante tornarono verso la nave.
    Dopo ore di cammino, si trovarono davanti all’ultimo mostro che avevano ucciso. Monatic disse: “Estrai la spada dalla pancia, però il comandante era un po’ timoroso e disse a Monatic che forse era meglio andarsene, ma ebbe subito dopo un ripensamento e disse: “Gliel’ho estratta”.
    Appena estratta rimasero, dalla meraviglia, paralizzati, era luminosa e circondata da una luce giallo oro. Allora il comandante diede la spada a Monatic e disse: “Alla carica”.
    Poi, appena arrivati sul posto della fanciulla, arrivò Nettuno che disse: “Siete ancora qui, mi costringgg…”
    Non riuscì a finire la parola che Monatic lo uccise, solo grazie alla spada e al suo coraggio.
    Appena Nettuno morì la bara che conteneva la ragazza si aprì e lei si svegliò.
    Ma Monatic non fece neanche in tempo a vederla, che arrivò un‘onda grandissima e pensò di esser morto, ma la ragazza li rinchiuse dentro una sfera.
    Poi le chiese come avesse fatto a salvarli e lei gli rispose che era un dono del Dio Nettuno che le fece credendo che lo aiutasse ma gli disse di no, cosi lui la rinchiuse nella bara.
    Dopo essere arrivati sulla terra ferma, Monatic e la ragazza si baciarono all’improvviso. Si sposarono e il comandante alla festa nuziale conobbe una fanciulla e si sposò anche lui e vissero felici e contenti.
    Ricordandosi per sempre dei loro due compagni morti sull’isola e tenendoli nei loro cuori sempre rispettosi per loro per le loro eroiche imprese.
    La ragazza però, al matrimonio di Mastro Giacomo , si accorse che Monatic e anche il comandante non erano del tutto felici.
    La ragazza di nome Ketty gli chiese cosa avesse, e Monatic le disse che voleva di nuovo i suoi valorosi amici .
    Ketty disse: “Perche non l’hai detto prima, te li riporterò in vita e appariranno davanti hai tuoi occhi”. Si vide fumo e poi Weronic e Armando furono di nuovo tra loro e vissero felici e contenti ancora più di prima. Poi dopo 39 anni i 4 valorosi guerrieri, Mastro Giacomo, Monatic, Armando e Weronic ormai diventati nonni, raccontano la storia ai nipoti che si misero a fare i guerrieri. Forse un giorno diventeranno come i nonni, dei valorosi eroi, salvatori del mondo con degli amici fidati.

    Edited by sattva - 30/11/2008, 18:37
     
    .
  2. Risoli
     
    .

    User deleted


    Accidenti! Viva la capacità di sintesi! ma come ci si riesce a scrivere una specie di epopea in poche righe? Complimenti davvero, oltre che conciso, pure avvincente. Solo il finale un po' troppo spiattellato, ma non importa!
     
    .
  3. Natoblomov
     
    .

    User deleted


    Uhm... trovo che le parole si "accavallino" un po' troppo... Anche il linguaggio non è sempre "proprio". Insomma, sarebbe un attimino da rivedere. E' uno stile che non mi esalta... ma è questione di gusti...
     
    .
  4. Mediana
     
    .

    User deleted


    La storia è carina, ma non so se per volontà o per carenza, l'autore o autrice ha usato un linguaggio poco curato. Nel primo caso non ho nulla da dire perché le scelte stilistiche sono personali, nel secondo, consiglio allo stesso/a di arricchire il proprio lessico e di essere meno ripetitivo/a....non me ne vogliate, ma è il mio parere.
     
    .
  5. Taurus77
     
    .

    User deleted


    Mi aggiungo al commento di Mediana... sono d'accordo anch'io sul linguaggio poco curato e un po' ripetitivo
     
    .
4 replies since 30/11/2008, 18:25   166 views
  Share  
.