La morte di Simone

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Teenar
     
    .

    User deleted


    La morte di Simone

    Circolarono strane voci sulla morte di Simone, dopo quel biglietto trovato sul suo comodino il giorno in cui aveva deciso di ingerire un intero barattolo di sonniferi.
    Fu sua madre, Lucia, che al ritorno dal lavoro trovò il corpo senza vita del figlio e il foglio su cui vi erano scritte solo poche parole con un inchiostro color sangue: Non è la fine, ma solo il principio. Ritornerò alla mezzanotte del terzo giorno e vi porterò tutti con me.
    L’ambulanza venne chiamata immediatamente, e l’unità medica arrivò subito, ma ormai non c’era più niente da fare. Il medico firmò il certificato di morte e segnò le 17:30 come ora del decesso.
    Il dolore dei genitori fu tremendo.
    Simone era sempre stato un ragazzo strano, affascinato com’era da tutto ciò che al mondo vi è di arcano, ma nessuno avrebbe mai immaginato che potesse arrivare a togliersi la vita, perché era ovvio che quel gesto era stato dettato da una forte suggestione provocata dalle sue letture.
    Mario, il migliore amico del ragazzo, disse infatti che da un po’ di tempo Simone parlava di un rituale, di aver scoperto qualcosa di importante, ma non era mai sceso nei dettagli della cosa. L’amico del resto non aveva approfondito, aveva preso alla leggera quei discorsi, come faceva con tutte le chiacchiere che Simone era solito fare su quegli argomenti.
    “Quanto avrei voluto dargli più ascolto”, confessò sentendosi in colpa.
    Nessuno però se la prese con lui. Chi avrebbe dato peso a discorsi del genere?
    Nando, il padre di Simone, cercò all’interno dei mobili del figlio, e trovò una vera e propria biblioteca privata, ben nascosta e molto fornita, nella quale spiccavano maggiormente titoli riguardanti Satana, i Vampiri e la Magia Nera.
    Quella scoperta lasciò nell’aria una forte inquietudine, ma nessuno ebbe il coraggio di dirlo apertamente, temendo di essere deriso.
    Lucia non riuscì a calmarsi. Continuò a piangere per tutta la sera e tutta la notte, ma tra un singhiozzo e l’altro, qualcuno raccontò di aver udito: Ho paura.


    Alla veglia funebre parteciparono molte persone, che intervennero più per curiosità che per sincero affetto; in pochi però si avvicinarono al corpo, la maggior parte preferì assistere da una certa distanza.
    Se un osservatore esterno avesse osservato quella scena, avrebbe di sicuro pensato con compassione a quella frase trita e ritrita di buon senso popolare che è Bisogna aver paura dei vivi, non dei morti.
    C’è chi potrebbe rispondere che a volte è giusto temere anche i morti.
    Durante la notte, un rumore proveniente dall’armadio in camera di Simone fece sobbalzare tutti. Sembrava come se fosse caduto qualcosa all’interno; Nando fu il primo ad avvicinarsi e quando ebbe aperto il mobile, si accorse che un libro era cascato dallo scaffale, aprendosi. Lo raccolse e, quasi per caso, lesse il titolo del capitolo al quale si era aperto, notando che trattava della reincarnazione e dei vari modi di sconfiggere la morte.
    Una frase in quella pagina era sottolineata ed evidenziata: L’immortalità è il fine ultimo.
    Tutti i presenti nella stanza si guardarono, qualcuno trovò qualche motivo per ridere, ma la maggioranza rimase in silenzio. Alcuni andarono via.


    Il corteo funebre partì dalla casa del ragazzo il mattino successivo e si trascinò lentamente fino alla parrocchia frequentata dai genitori di Simone.
    Alcuni dei passanti che si trovarono ad incrociare il corteo, guardarono con curiosità lo strano mormorio che si levava dai partecipanti, e ancora più incuriositi furono coloro che sentirono parole come suicidio, scienze occulte, resurrezione, vampiro.
    Il parroco, Don Raffaele, si lanciò in un sermone contro le scienze occulte, sostenendo che per colpa di queste strane tendenze della moda, molti giovani si lasciano trascinare in baratri pieni di insidie e ne restano invischiati.
    Il discorso venne interrotto da alcuni colpi che sembravano dati con una mano contro il legno. Tutti si guardarono attorno, senza capire, finché qualcuno urlò: “Vengono dalla bara!”
    Il panico si diffuse all’interno della chiesa, e chi si trovava nelle ultime file si diresse correndo e strillando fuori dall’edificio.
    Fu di nuovo Nando ad avvicinarsi per primo alla bara e tentò di aprire il coperchio convulsamente, pensando che il figlio potesse essere ancora vivo, poi ebbe un attimo di esitazione quando rifletté, invece, sul fatto che potesse essere di nuovo vivo.
    Alla fine comunque, la bara venne aperta e il cadavere ritrovato esattamente nella posizione in cui era stato lasciato. Probabilmente, pensarono in molti, i colpi provenivano da qualche altra parte. Ma non tutti erano di quel parere.


    Trascorsero ventiquattro ore dalla morte di Simone e in quel breve lasso di tempo, furono molte le cose che i genitori scoprirono sul loro figlio defunto.
    Leggendo qua e là tra i libri, i quaderni e i diari personali, vennero a conoscenza del fatto che il ragazzo frequentava da alcuni anni una setta satanica, e che più di una volta aveva preso parte a riti che prevedevano il sacrificio di un animale… o di un essere umano.
    Inorriditi dalla scoperta, decisero di denunciare il fatto alle autorità e cercare di far arrestare i capi della setta che, però, non erano mai nominati in quelle pagine.
    Continuando in quella lettura, comunque, scoprirono anche che Simone aveva scoperto un antico rito magico per l’invocazione di uno spirito, e che lo aveva messo in pratica proprio lì, nella loro casa, circa due settimane prima di togliersi la vita, un week-end in cui i genitori erano a casa di amici.
    Non era spiegato di preciso cosa fosse successo durante il rito, ma solo che si era stipulato un patto.
    L’immortalità è il fine ultimo.
    Quello stesso pomeriggio, Nando e Lucia si recarono al commissariato di polizia e denunciarono l’esistenza di una setta satanica dedita a cruenti riti, nei quali si arrivava anche al sacrificio umano, portando come prova i manoscritti di Simone.
    La polizia avviò un’indagine, e in brevissimo tempo, aiutati molto dalle descrizioni contenute nei diari, scoprirono i luoghi nei quali gli adepti si riunivano e riuscirono ad identificare alcuni dei componenti della setta. Mario in primis.
    Il ragazzo venne interrogato per ore e messo a confronto con gli altri, ma non si contraddisse mai: “Simone era a capo della setta, ma noi dovevamo fermarlo… Fosse stato per lui avrebbe sacrificato tutti quelli che gli capitavano a tiro!”
    La notizia venne comunicata ai genitori del ragazzo la mattina del terzo giorno dalla morte, lasciandoli di sasso.
    Lucia pianse chiedendo scusa agli agenti che le stavano davanti, come se la colpa di tutto fosse sua; Nando non fece commenti fino a quando i poliziotti non se ne furono andati. Poi sedette davanti la sua amata scacchiera e disse: “Avevamo un mostro in casa e non ce ne eravamo mai accorti”
    Il pomeriggio trascorse lentamente e i due sembrarono rasserenarsi; sì è vero, era a capo di una setta satanica, carnefice di uomini e animali per scopi assurdi, e aveva addirittura praticato riti magici in casa… ma era pur sempre loro figlio, ed era pur sempre morto. In fondo aveva pagato i suoi peccati.
    Il cielo imbrunì e l’orologio a pendolo scandì le otto e trenta, quando Nando propose: “Ti và di vederci con qualcuno?”
    Lucia accettò di slancio, sostenendo quanto fosse giusto tentare di distrarsi in qualche modo.
    Fecero più di una decina di telefonate ai loro amici, ma proprio quella sera, erano tutti impegnati in qualcosa di importante: la maggior parte dovevano recarsi fuori città, chi per un motivo chi per un altro, e probabilmente avrebbero trascorso fuori anche la notte. Chi invece non era in partenza, aveva molti impegni e, nonostante ne fosse estremamente dispiaciuto, non poteva incontrarsi con loro.
    Dopo il tredicesimo due di picche, decisero di lasciar perdere.
    In ogni caso, però, non avevano intenzione di restare in casa quella sera, così indossarono i cappotti e uscirono con l’idea di andare in un grazioso ristorante per una bella cenetta e poi magari una bella passeggiata che di sicuro li avrebbe trattenuti per un bel po’ di tempo.
    Sarebbero rincasati solo dopo la mezzanotte. Molto dopo. Forse non sarebbero nemmeno rincasati, fino al giorno seguente.
    Un po’ infreddoliti, arrivarono alla macchina, ma notarono che l’auto sembrava pendere da un lato.
    Sul momento rimasero perplessi, e solo quando si avvicinarono di più capirono cosa era realmente accaduto: qualcuno aveva squarciato le gomme della fiancata destra, il lato del passeggero.
    “Ma questa è una maledizione!”, esclamò Nando tirando un calcio ad un paletto sul marciapiede, ma si pentì di quella frase quando si accorse che la moglie rabbrividiva.
    A malincuore rientrarono in casa. Per quella sera niente cena e passeggiata. L’indomani avrebbe denunciato l’atto di vandalismo. Chissà, forse qualcuno dei membri della setta che non era stato preso aveva voluto vendicarsi.
    I due sedettero sul divano del salotto e accesero la televisione, ma senza prestare attenzione ai programmi che trasmetteva. Rimasero in silenzio per lungo tempo.
    Mancavano pochi minuti a mezzanotte, quando Lucia prese il coraggio a due mani e, non senza una certa nota di isteria, disse: “Non voglio restare qui, me ne voglio andare”
    “E dove te ne vorresti andare?”, le chiese il marito, leggermente spazientito.
    “Non lo so, ma me ne voglio andare di qua. Ho paura!”
    “Lo so che stai pensando alle parole del biglietto”, disse Nando che cercava di mantenere la calma, “ma non devi aver paura. Mi dispiace di dirlo, ma nostro figlio era solo un pazzo”
    Nell’istante stesso in cui terminò la frase, la finestra della stanza si spalancò violentemente e i lunghi tendaggi si alzarono come se qualcuno ci stesse camminando in mezzo.
    “E’ mezzanotte! E’ mezzanotte!”, gridò la donna con un acuto che avrebbe mandato in frantumi un intero servizio di cristallo.
    Si lanciò sul marito e affondò la faccia nel suo torace, impedendosi di guardare la scena.
    L’uomo, col terrore negli occhi, vide la tenda aprirsi, il vetro sbattere violentemente contro il muro e… si accorse che si trattava soltanto del vento.
    Fuori si era scatenata una specie di bufera e loro, presi com’erano dai loro pensieri, non se ne erano accorti.
    “E’ solo il vento”, disse allora Nando cercando di calmare la moglie. Si alzò dal divano per andare a chiudere la finestra, e si rese conto che gli tremavano le mani.
    L’orologio segnava mezzanotte e un minuto.
    “La mezzanotte è passata e non è successo niente”, commentò lui.
    La donna si alzò dal divano quasi con le lacrime agli occhi, si avvicinò al marito e lo abbracciò.
    “Mi sento una stupida”
    “Lo siamo stati tutti”, la giustificò, “ma con quello che abbiamo scoperto in questi giorni, chi vuoi che non lo sarebbe stato?”
    E su questa domanda si concluse la serata.

    Due giorni dopo, Nando rientrò a casa dal lavoro un po’ più tardi del solito e trovò la moglie, che generalmente rientrava prima di lui, sdraiata sul divano.
    Sorrise pensando che per la stanchezza si fosse addormentata mentre guardava la televisione… peccato, però, che il televisore fosse spento.
    Un campanello d’allarme si mise a suonare in lui e si avvicinò velocemente al divano, scoprendo con orrore che gli occhi della donna erano aperti, sbarrati, e sul collo aveva due segni rossi, vicino la giugulare.
    In preda alla disperazione prese a scuoterla e si accorse che era stranamente leggera, come se fosse stata svuotata.
    “Ciao papà”, sentì alle sue spalle.
    Si voltò di scatto, convulsamente, andando ad urtare contro il tavolino sistemato nei pressi del divano, e vide suo figlio, quello stesso figlio che lui aveva seppellito quasi una settimana prima, ora era lì, in piedi davanti a lui e lo fissava con occhi vitrei, mentre due rivoli di sangue gli scendevano dalla bocca.
    L’immortalità è il fine ultimo.
    Simone si pulì la bocca col dorso della mano: “Avevo detto il terzo giorno”, poi fece un passo avanti e sorrise, “Vi ho mentito”.
     
    .
  2. Natoblomov
     
    .

    User deleted


    Bello anche questo, ma per me doveva tagliarsi le vene, invece di prendere sonniferi! ;-)
     
    .
  3. Risoli
     
    .

    User deleted


    Notevole. Indubbiamente notevole, specialemente per chi come me ama questo genere di racconti. Complimenti!
     
    .
  4. DAscanifederica
     
    .

    User deleted


    La storia è indubbiamente interessante anche se alcune cose mi hanno lasciata perplessa... Il comportamento dei genitori mi sembra artefatto... Insomma, nonostante il loro figlio fosse stato un mostro le opzioni sono o la disperazione massima o l' arrabbiatura fine a se stessa. Ci sono un pochino di d eufoniche e l'aggettivo utilizzato per descrivere il dolore dei genitori mi sembra un po "tiepido" (il dolore fu tremendo) Comunque, nonostante questo, bel racconto!

    Edited by DAscanifederica - 4/12/2008, 11:17
     
    .
  5. Taurus77
     
    .

    User deleted


    Molto bello questo racconto... terribile, ma molto bello!
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Sei uno scrittore affermato

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    Svincolato dai miei stessi limiti, ora posso commentare. ^__^
    Secondo me questo racconto, che pure rientra nel mio genere di preferenza, ha un problemino non indifferente: la parte realistica è meno credibile di quella fantastica.
    Ci sono diverse cose che è difficile credere, come una tumulazione completata meno di 24 ore dopo la morte (soprattutto considerato che si tratta di suicidio e che già doveva essere sera quando è stato trovato il corpo), il funerale col parroco (di un suicida? È morto in peccato mortale per la chiesa!), un'intera indagine avviata, fatta e finita con tanto di arresti e risultati in meno di un giorno (il diario viene portato alla polizia il pomeriggio del secondo giorno, la mattina del terzo giorno l'indagine è già finita, nonostante Mario sia stato interrogato "per ore") e così via. È un peccato perché l'insieme ne perde parecchio.
     
    .
  7. Natoblomov
     
    .

    User deleted


    Be'... per quanto riguarda il funerale, non è detto. Depende...
     
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Sei uno scrittore affermato

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    No, mica tanto a dire il vero...
    Simone è morto alle 17.30 e il corteo è stato il mattino dopo... siamo tra le 14 e le 18 ore, ma devono passarne almeno 24 perché si possa procedere alla tumulazione già in casi di morte naturale/accidentale, un suicidio richiede più tempo perché sono necessarie le indagini.
     
    .
  9. Natoblomov
     
    .

    User deleted


    No, intendevo la faccenda del parroco! A volte dicono messa pure ai suicidi.
     
    .
  10. Vlad1680
     
    .

    User deleted


    Ciao CMT, svincolato anch'io dai miei limiti, mi permetto di rispondere al tuo commento.
    Su alcune cose che hai detto, in particolar modo riguardo ai tempi, sono costretto ad ammettere che hai perfettamente ragione, ma purtroppo per via dei limiti di parole imposti dal concorso, ho dovuto fare alcuni tagli, con conseguente ridimensionamento del tempo cronologico della storia.
    Nella stesura originale, avresti trovato le indagini della polizia e la sepoltura a più di 24 ore dalla morte (anche se questo non vale in tutti i casi e, te lo dico per informazione nel caso ti dovesse servire in qualche tua storia, la polizia può decidere se procedere ad indagini approfondite, autopsia, ecc., oppure rinunciarci. Tutto sta alle decisioni del PM e al rapporto della scientifica. Queste info le ho avute da un commissario di polizia, quando facevo ricerche per il romanzo che ho pubblicato lo scorso anno, quindi le ritengo attendibili).
    Avevo pensato di ampliare i tempi cronologici anche in questa versione "tagliata", ma quando l'ho riletta mi sono reso conto che il ritmo della storia non funziona se non viene descritta come una specie di diario, giorno per giorno.

    Riguardo al funerale religioso devo contraddirti. Ho assistito personalmente al funerale di un suicida e so che la chiesa ha la tendenza ad essere piuttosto tollerante. (Del resto i parroci sposano con l'abito bianco anche donne che sono palesemente incinta... ;-D)
    In più considera che la storia raccontata è tratta da una vicenda realmente avvenuta circa vent'anni fa: lessi sul giornale di un ragazzo che si era suicidato convinto che sarebbe tonato in vita, e al funerale (religioso) alcuni colpi provenienti dalla bara avevano fatto fuggire le persone dalla chiesa.

    Ti saluto

    Alessandro
     
    .
  11. Natoblomov
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Vlad1680 @ 7/1/2009, 21:58)
    Riguardo al funerale religioso devo contraddirti. Ho assistito personalmente al funerale di un suicida e so che la chiesa ha la tendenza ad essere piuttosto tollerante. (Del resto i parroci sposano con l'abito bianco anche donne che sono palesemente incinta... ;-D)
    In più considera che la storia raccontata è tratta da una vicenda realmente avvenuta circa vent'anni fa: lessi sul giornale di un ragazzo che si era suicidato convinto che sarebbe tonato in vita, e al funerale (religioso) alcuni colpi provenienti dalla bara avevano fatto fuggire le persone dalla chiesa.

    Ma no, povero... che si fuggono? Magari era ancora vivo e l'hanno lasciato soffocare... :alienff:
     
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Sei uno scrittore affermato

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    @Nat: pardon, avevo inteso male. ^__^
    @vlad: questo spiega parecchie cose, purtroppo accorciare un racconto nato lungo finisce sempre per rovinarlo.
    Sulle indagini sono d'accordo, ma il minimo di 24 non ha a che fare con le indagini, è necessario a prescindere.
     
    .
  13. Vlad1680
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (CMT @ 8/1/2009, 09:02)
    Sulle indagini sono d'accordo, ma il minimo di 24 non ha a che fare con le indagini, è necessario a prescindere.

    Sì, in quel caso non mi riferivo alle indagini, conosco questa norma che credo abbia a che fare con la burocrazia in casi del genere.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Sei uno scrittore affermato

    Group
    Member
    Posts
    3,643

    Status
    Offline
    È più antica in realtà... originariamente serviva a evitare di seppellire la gente viva
     
    .
13 replies since 30/11/2008, 18:39   200 views
  Share  
.