La legge del branco

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  1. Teenar
     
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    La Legge del Branco

    La legge del branco.
    Era la prima cosa da imparare se volevi sopravvivere.
    Lui lo sapeva bene.
    Eppure l’aveva infranta.
    Tre volte in una sola sera.
    E sapeva che in qualche modo ne avrebbe pagato le conseguenze.
    Ma che avrebbe mai potuto fare?

    Nessun membro del branco attaccherà mai un umano se non ne va della sua vita.

    Ne andava della sua vita? In un certo senso sì… non sarebbe stata più la stessa… ma era una scusa puerile.
    Non avrebbe mai pensato di infrangere quella legge.
    Non avrebbe mai voluto attaccare un essere umano.
    Soprattutto non avrebbe mai voluto attaccare lei.
    Ma che scelta aveva avuto?
    Lei era entrata nella sua stanza all’improvviso, nel peggiore dei momenti, quando lui era ancora più lupo che uomo.
    Si era spaventata.
    Lui non aveva avuto intenzione di ferirla.
    Avrebbe solo voluto trattenerla.
    Spiegarle.
    Lei però aveva tentato di scappare. L’aveva colpito. L’aveva perfino, e questo era quasi ridicolo, morso ad una mano. C’erano ancora i segni dei suoi incisivi tra il pollice e l’indice, dove gli aveva spillato del sangue.

    Il branco è ristretto, nessun nuovo membro verrà creato se non per sostituire un membro morto.

    C’era solamente un modo per impedire che il branco avesse un nuovo membro, dopo che nella foga del momento l’aveva morsa al polpaccio, quasi strappandoglielo.
    Avrebbe dovuto ucciderla. Ma non poteva.
    Avrebbe dovuto trovare un modo per spiegare le sue azioni. Per farla accettare dal branco.

    Nessun umano dovrà diventare membro del branco se non per sua libera scelta.

    Lei non l’avrebbe voluto. Gli altri l’avrebbero capito. Sarebbe stato punito.
    Ma c’era ancora tempo.
    Lei aveva già la febbre, la trasformazione era in corso.
    Avrebbe dormito per tutto il giorno, poi al calare della notte sarebbe cambiata per la prima volta.
    Non sarebbe stata veramente lei. Sarebbe stata più lupo che altro per quella notte.
    Ma lui sarebbe stato lì accanto a lei. L’avrebbe calmata. Sarebbero andati a caccia assieme.
    E poi al mattino le avrebbe spiegato.
    Lei avrebbe capito. Avrebbe accettato la situazione.

    La distese delicatamente sul suo letto.
    La guardò sudare e contorcersi. Non poteva farci nulla.
    Si sentiva stanco anche lui, più del solito.
    E la mano, dove l’aveva morso, gli faceva male… no, non male, pulsava. Ma la ferita si sarebbe richiusa. Quelli come lui guarivano in fretta.
    Si distese accanto a lei.

    Riaprì gli occhi, sentendo il suo corpo cambiare.
    Aveva dormito per tutto il giorno, senza rendersene conto. La notte stava già scendendo e la trasformazione iniziava.
    Ma si sentiva strano, forse più nervoso del solito.
    No, no, c’era qualcosa che non andava.
    Sapeva di non dover combattere la trasformazione, di doversi lasciar andare.
    Cercò di alzarsi ma cadde sul pavimento.
    C’era qualcosa che… qualcosa…

    Lei si sveglio, uscendo da un sogno delirante per entrare in un altro.
    Era lei, ma non era lei al tempo stesso.
    Era un lupo. Una creatura di zanne e istinto.
    Non sapeva dove fosse.
    Qualcosa dentro di lei avrebbe dovuto saperlo. Qualcosa che al momento non aveva il controllo della situazione.
    Aveva solo una vaga coscienza di sé. Un vago ricordo di qualcosa accaduto la notte prima.
    Non era importante.
    Ora aveva fame.
    Saltò sul pavimento.
    C’era qualcosa in un angolo.
    Piccolo, bianco, tremante, un muso rosato che vibrava sotto due lunghe orecchie.
    La sua mente di lupo non aveva per lui una parola diversa da preda.
    La mente di ciò che era stata ne aveva diverse, aveva perfino un nome, ma quella mente era altrove.
    Saltò addosso al coniglio e in un attimo fu tutto finito, e fu sazia.
     
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  2. Risoli
     
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    Veloce, un po' troppo anche se scritto molto bene. Forse si poteva dare più impulso al finale, non limitarlo così, non tagliarlo di netto lasciando il lettore tra il dire ed il fare. Nel complesso carino, forse degno di un sequel che non sarebbe una cattiva idea.
     
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  3. Natoblomov
     
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    Interesante il ribaltamento vittima-carnefice...
     
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  4. ELIPIOVEX
     
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    Piaciuta questa storia di lupi
     
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  5. lion085
     
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    Simpatico racconto, nonostante che avessi desiderato un finale con molto più patos. Inoltre, considerando il racconto, non credo che fosse al limite delle 2000 parole.
     
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  6. Natoblomov
     
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    Vabbe'...quello era il limite massimo. Non c'era il limite minimo, per cui... ;-)
     
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    Oh, finalmente posso rispondere ^_^

    CITAZIONE (Risoli @ 1/12/2008, 15:29)
    Nel complesso carino, forse degno di un sequel che non sarebbe una cattiva idea.

    Il problema è che mancherebbe il materiale per fare un sequel, visto che il protagonista è morto :rolleyes:
     
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6 replies since 30/11/2008, 18:41   165 views
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